ANNO 14 n° 119
Giovedì web Google e Uber: scontro per l’auto senza pilota
>>>>>> di Samuele Coco <<<<<<
05/02/2015 - 00:02

di Samuele Coco

VITERBO - La tecnologia, la scienza e il progresso stanno vivendo una nuova era dell’oro. Tutto ciò che ci circonda sembra essere destinato ad entrare nel vortice della rivoluzione tecnologica ancora in corso. Si parla molto di una nuova fase delle oggetti tecnologici chiamata ''internet delle cose'', ovvero la possibilità di dotare tutti gli oggetti di una connessione internet e di un sistema operativo che sia capace di renderli smart. Infatti, a pensarci bene, solo qualche anno fa sarebbe stato impensabile credere che i comuni occhiali da vista sarebbero potuti diventare gli incredibili Google Glass.

In tutto questo, il mercato dell’auto non è rimasto a guardare: anche le nostre macchine stanno evolvendo, aggiungendo gadget sempre più tecnologici, sofisticati e piene di sensori. Quindi, se il mondo delle auto cambia, insieme a questo, anche le modalità di trasporto possono essere modificate grazie ai nuovi strumenti messi a disposizione dal web e dagli smartphone.

Utilizzare termini come ''Car Sharing'' e ''Uber'' oggi non è una cosa strana. Per chi ancora non lo sapesse, il primo è un tipo di servizio che sta prendendo piede soprattutto nelle grandi città e che consente di utilizzare una vettura in maniera condivisa, permettendo così a molte persone di spostarsi in auto senza doverne necessariamente acquistare una.

Nonostante il grande successo del Car Sharing, la vera rivoluzione del trasporto viene da Uber. Diventato un vero e proprio fenomeno, Uber è un software che fornisce un servizio di trasporto privato a basso costo attraverso il semplice utilizzo di una applicazione per lo smartphone. Tramite il telefono, Uber mette in contatto autisti e clienti, così nel giro di poco tempo è possibile ottenere un passaggio dal punto in cui ci si trova a quello desiderato. Attualmente Uber è disponibile solo in alcune città, in particolare nelle principali capitali mondiali, ma cosa accadrà quando si diffonderà ovunque?

A questa domanda stanno provando a rispondere i governi di mezzo mondo e, in particolare, la categoria dei tassisti, la più minacciata da un servizio che offre tariffe ridotte e permette a tutti di diventare degli autisti. Una delle caratteristiche principali di Uber, infatti, è proprio quella di poter diventare un ''driver'', come li chiama l’azienda, semplicemente possedendo una macchina, una patente di guida e aver superato i semplici requisiti di sicurezza minimi richiesti.

Questa è ovviamente una sorta di rivoluzione copernicana per il sistema dei trasporti, al punto tale da creare non pochi grattacapi anche ai legislatori, i quali non sanno come poter legiferare in merito. Come per tutte le idee innovative, c’è chi si oppone fermamente e chi è favorevole ma intanto “gli altri” non stanno guardare.

Già, perché in tanti stanno cercando di capire come muoversi in quello che potrebbe essere un nuovo redditizio mercato. Google, che ama sostenere progetti tecnologici ambiziosi, ha deciso di investire una grossa cifra nello sviluppo di Uber, diventando così parte attiva della società. In virtù di questo, ha trovato un particolare risalto la notizia apparsa in rete in questi giorni: si parla di Google impegnata in un suo progetto, che peraltro si troverebbe ad uno stadio avanzato di sviluppo, per la creazione di un servizio rivale basato su un’auto senza pilota.

Avete capito bene: macchine che si guidano da sole, in grado di azzerare le percentuali di incidenti stradali. Il colosso del web ha anche confermato che le vetture potrebbero essere disponibili sul mercato nel giro di cinque anni, facendo impazzire gli utenti sul web.

Volendo fare un gioco di parole, la situazione creatasi tra Google e Uber è un vero e proprio incrocio pericoloso: infatti, se prima erano i tassisti a lamentarsi, ora potrebbe toccare ad Uber interpretare la parte debole della situazione. Il grande Umberto Eco sostiene che di fronte ad ogni nuova tecnologia dominante si fa una distinzione tra apocalittici e integrati: in casi come questo non è facile prendere una posizione così chiara e ben definita. L’unica cosa certa, volenti o nolenti, è che nel futuro dell’uomo ci sarà una sempre più stretta convivenza con le macchine, con o senza pilota.





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